Roma, 13 dicembre 2016 – “Il volontariato è una dimensione dell’essere che vede come centro vitale il bene comune ed è chiamato, coerentemente con la sua finalità, a giocare un importante ruolo di garante dell’interesse collettivo”. Lo ha dichiarato Anna Ventrella, Vice Presidente CONFASSOCIAZIONI Terzo Settore.
“Con l’approvazione della Legge 106/2016 (Legge di riforma del Terzo Settore) diverse sono le zone di luce e di ombra che si sono create intorno a questo universo – ha proseguito Ventrella, che è anche presidente MoVI Lazio (Movimento del volontariato Italiano Lazio). In effetti con la recente riforma la forbice delle diseguaglianze si è allargata ancor di più con una grande disparità tra chi opera quotidianamente nel volontariato e chi lo fa saltuariamente e con la conseguente perdita di gratuità, solidarietà e sussidiarietà, valori fondanti del volontariato. Non è corretto, infatti, che realtà del Terzo Settore siano incaricate di rappresentare il volontariato solo perché al loro interno operano alcuni volontari mentre, invece, chi è dentro con tutte le scarpe e con tutta l’anima in questo universo, e intendo realtà locali di piccole dimensioni, spesso autonome e non legate a sigle o coordinamenti, resta fuori dai giochi. A ciò si aggiunge la preoccupazione che si crea davanti ad evidenti interlocuzioni privilegiate e a trattative sul futuro, dove appunto solo alcuni si ritengono unici interlocutori e protagonisti assoluti delle istanze sociali dei cittadini”.
“Rappresentare il Terzo Settore e il volontariato richiede un impegno costante – ha concluso la Vice Presidente di CONFASSOCIAZIONI Terzo Settore, Ventrella – non c’è dubbio. E oggi più che mai, complice anche il momento di frammentazione sociale e di crisi politica/economica in cui viviamo, è necessario sempre più un confronto utile e concreto per favorire il dialogo e l’accoglienza di tutti coloro che lavorano per il bene comune. Diciamo no ad una rappresentanza che esclude e divide per difendere i propri interessi parziali e guardiamo con fiducia a percorsi trasparenti, competenti, condivisi e condivisibili. Volgersi al futuro con una prospettiva ampia e propositiva, arricchita dalle numerose esperienze straordinarie che provengono dal basso, e divenire la rete operosa per eccellenza: questi gli scenari innovativi e stimolanti non solo per il volontariato, ma per la società in generale”.