Roma, 20 gennaio 2017 – “L’attuale stato delle normative previdenziali e fiscali non è affatto soddisfacente per i professionisti, ma la fine del 2016 ha portato un primo piccolo, ma importante risultato: lo stop alla crescita dell’aliquota previdenziale fortemente cercato e spinto dai vertici di CONFASSOCIAZIONI che, sin dal 2013, anno della sua costituzione, si è battuta con fermezza per ottenere dalle istituzioni del paese delle condizioni migliorative per i professionisti italiani. Questo con il suo caratteristico approccio aperto: dialogando con parlamentari, partecipando ad audizioni pubbliche e promuovendo iniziative volte a cambiare la legislazione vigente”. Lo ha dichiarato Marco Recchi, Vice Presidente CONFASSOCIAZIONI con delega alle Relazioni Sindacali.
“Crediamo fermamente che quello dell’associazionismo sia un nuovo modo di fare politica dal basso e siamo felici di aver aderito a CONFASSOCIAZIONI – ha continuato Manuel Tavilla, Presidente di Aniformar (la prima associazione nazionale italiana di formatori marittimi, ndr) -. Fieri di essere partecipi del successo ottenuto dalla Confederazione non ci crogioleremo sugli allori. La discesa al 25% dell’aliquota della Gestione Separata INPS (che la Legge Fornero avrebbe fatto levitare al 33% entro il 2018) rappresenta, infatti, solo un ulteriore passo in avanti verso una maggiore equità tra le categorie professionali operanti nel territorio italiano. Non dimentichiamo che nel nostro paese alcune casse professionali pagano il 14%, altre come gli artigiani e i commercianti il 23%, altre ancora come i lavoratori dipendenti il 9% mentre quelle dei datori di lavoro oscillano tra il 18% e il 24%. Una disuguaglianza questa che non rispetta l’articolo 3 della Costituzione e che faremo di tutto per livellarla il più possibile. A questo percorso aggiungiamo altri provvedimenti che consideriamo iniqui, come la devoluzione di funzioni pubblicistiche dello Stato alle professioni ordinistiche, prevista dall’Articolo 5 del Jobs Act del Lavoro Autonomo, che lascia fuori le professioni associative di cui alla Legge 4/2013, discriminandole ancora una volta in modo del tutto arbitrario e irrazionale”.
“Il percorso di CONFASSOCIAZIONI verso l’equità tra professionisti è senza sosta – ha concluso il Vice Presidente Marco Recchi -. La Confederazione delle Associazioni Professionali continuerà a presidiare costantemente tutti i tavoli di lavoro dove è presente da tempo, sia a livello Ministeriale sia Parlamentare, oltre a proseguire, contestualmente, il proficuo dialogo con le organizzazioni sindacali e quelle di categoria al fine di ottenere migliori condizioni di lavoro per i professionisti rappresentati. Oggi, più che mai il futuro del nostro Paese è legato, non alla sopravvivenza delle professioni, ma piuttosto al loro benessere. CONFASSOCIAZIONI, per il suo spirito, collaborativo e propositivo, proiettato verso soluzioni del bene comune, è e sarà sempre al fianco dei propri iscritti nell’individuare e indicare alle istituzioni del Paese le soluzioni migliori per la categoria dei professionisti”.