Roma, 11 settembre 2017 – “Dopo la notizia del decreto di nomina dei nuovi consiglieri CNEL da parte del Governo, prendiamo atto dell’assenza dei professionisti associativi in quello che, ai sensi della Costituzione vigente, è l’organo che sintetizza le principali rappresentanze del nostro Paese”. Lo ha dichiarato in una nota Angelo DEIANA, Presidente di CONFASSOCIAZIONI.
“Eppure – ha continuato Deiana – quello delle professioni associative è un settore strategico che, ad oggi – secondo i migliori istituti di ricerca – annovera una platea di 3,5 milioni di professionisti, di cui poco più di un 1 milione iscritta alle circa 1500 associazioni esistenti. Un sistema che genera il 9% del PIL del Paese (il 21% se si considerano le aziende collegate). E’ possibile tenere questo mondo fuori dal CNEL solo per motivi politici?”
“D’altra parte, siamo convinti che l’approvazione da parte del Parlamento della legge 4/2013 e del Jobs Act sul Lavoro Autonomo, sia stata la presa d’atto del cambiamento avvenuto nell’economia e nella società italiana e il riconoscimento del contributo, spesso determinante, che i nostri professionisti apportano all’occupazione e alla crescita del Paese. Per cui stentiamo a credere – ha dichiarato il Presidente di CONFASSOCIAZIONI – che le nomine appena fatte dalla Presidenza del Consiglio, siano un atto politico e contengano un giudizio negativo sul ruolo dei professionisti in generale e dei professionisti associativi, in particolare”.
“E’ per questo che – ha affermato Angelo Deiana – prima di esprimere una posizione fortemente censoria sull’azione del Governo, siamo interessati a conoscere i criteri utilizzati. E, dunque, prima di fare ricorso, abbiamo scritto una lettera al Sottosegretario Boschi e al Presidente Treu per chiedere un incontro che ci aiuti a capire perché non si possa chiamare a far parte del CNEL una Confederazione come CONFASSOCIAZIONI che raggruppa ad oggi 335 organizzazioni professionali tra soggetti di primo e secondo livello che riuniscono più di 570mila professionisti, circa 126mila imprese (con dimensione media di 4,5 addetti). Anche perché sappiamo bene che la Legge 936/86 che regola il CNEL non prevede criteri specifici di rappresentatività, ma lascia solo ed esclusivamente alla scelta politica della Presidenza del Consiglio le organizzazioni da inserire”.
“In ogni caso – ha concluso Deiana – riconfermiamo la nostra disponibilità a collaborare con il Parlamento, le forze politiche, il Governo e il CNEL, mettendo a disposizione tutte le nostre conoscenze e capacità. Nel frattempo, auguriamo ai nuovi consiglieri e al Presidente Tiziano Treu, buon lavoro”.