Dopo la circolare dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che dichiara illegittima l’esclusione dei liberi professionisti, Confassociazioni, Confprofessioni, Acta e Alta Partecipazione sollecitano le Regioni inadempienti: eliminare le restrizioni per i lavoratori autonomi
Roma, 15 ottobre 2015 – “Stop alle discriminazioni contro i liberi professionisti: mai più paletti nei bandi regionali per l’accesso ai fondi strutturali europei». Così Confassociazioni, Confprofessioni, Acta e Alta Partecipazione commentano la circolare del 10 ottobre scorso dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che stabilisce in maniera inequivocabile che non sono ammissibili discriminazioni di alcun tipo. Secondo l’Agenzia infatti è da ritenersi «illegittima l’esclusione, comunque perseguita, dei liberi professionisti dalle misure di accesso ai Fondi SIE così come qualsiasi vincolo e/o condizione che abbia l’effetto di limitare, inibire, ostacolare la libera partecipazione ai relativi bandi/procedure di selezione».
In una nota congiunta, Confassociazioni, Confprofessioni, Acta e Alta Partecipazione, sottolineano che «a distanza di quasi un anno dal varo della legge di Stabilità 2015, che ha recepito il regolamento Ue che consente anche ai professionisti di accedere ai fondi strutturali, i bandi di alcune regioni stabiliscono ancora rigidi paletti alla partecipazione dei soli professionisti (ma non delle imprese), determinando l’inclusione o l’esclusione degli stessi non sulla base della qualità dei progetti presentati ma della mera iscrizione a una associazione professionale e del possesso di una attestazione rilasciata dalla medesima associazione. L’intervento dell’Agenzia per la Coesione territoriale supera finalmente queste restrizioni, garantendo l’accesso ai fondi strutturali e di investimento europei (SIE) da parte dei lavoratori autonomi».
«Tutto ciò rappresenta una piccola rivoluzione copernicana per tutti i professionisti italiani, che potranno liberamente concorrere alla valorizzazione delle opportunità legate agli investimenti, all’accesso al credito, alla formazione, all’innovazione, allo sviluppo» – conclude la nota congiunta delle organizzazioni di rappresentanza del lavoro autonomo. «Tocca ora alle pubbliche amministrazioni locali e nazionali elaborare ed emanare i bandi per valorizzare la qualità dei progetti piuttosto che costruire infelici preclusioni di natura soggettiva».