“Bloccare l'aumento dell'aliquota previdenziale per le Partite IVA iscritte alla Gestione Separata INPS"
Roma, 28 ottobre 2013 – “Era uno degli obiettivi strategici del nostro Manifesto dove avevamo scritto che la previdenza è un problema che va affrontato di petto perché i parametri contributivi della gestione separata INPS penalizzano in modo drammatico la competitività dei professionisti senza cassa e, cosa molto più grave, i giovani. Ci batteremo con tutte le nostre forze e le nostre competenze per cambiare questa situazione”. Lo ha dichiarato Vincenzo Acquaviva, Vice Presidente di CONFASSOCIAZIONI con delega a Formazione, Welfare e Previdenza, nel promuovere a tutti i livelli l’appello contro l’aumento dell’aliquota previdenziale al 33% (previsto per il 1 gennaio 2014) per le partite IVA iscritte alla Gestione Separata dell’INPS. Ecco il testo dell’appello:
“Le partite IVA individuali “esclusive” (coloro che versano solo alla Gestione Separata e non sono in Pensione), circa 200 mila persone attualmente iscritte alla Gestione Separata Inps, versano da sole il 27% del loro reddito, più di ogni altro contribuente autonomo. Queste lavoratrici e lavoratori non godono di compensi equi garantiti che evitino, come avviene attualmente, di scaricare unicamente sui lavoratori tutto il costo previdenziale riducendo ulteriormente il loro reddito netto già poco consistente.
L'aumento porterebbe a favorire, paradossalmente, i tentativi di fuoriuscita dalla contribuzione previdenziale pubblica con evidenti danni a tutto il sistema previdenziale. In questa condizione, inoltre, non hanno una rivalsa obbligatoria che renda effettiva la possibilità di ripartire il peso contributivo con i committenti e, infine, non c’è equità delle prestazioni rispetto agli altri lavoratori.
Chiediamo di bloccare subito l’aumento previsto e di fermare al 27% i contributi Inps per la suddetta platea perché sarebbe, politicamente e materialmente, un gesto importante di giustizia sociale e di attenzione verso lavoratori e lavoratrici altamente professionalizzati che contribuiscono fortemente all’equilibrio del sistema Inps (con oltre un miliardo di contributi versati ogni anno), che non hanno compensi equi.
Parliamo di lavoratori e lavoratrici altamente professionalizzati che stanno prevalentemente fuori dai fenomeni di evasione fiscale, con scarsissime protezioni sociali e che, in questi anni di crisi, non hanno beneficiato di alcun ammortizzatore sociale.
Chiediamo al Governo e al Parlamento di impedire questa ingiustizia ai danni di questa parte del lavoro autonomo e di approvare al più presto norme organiche di sostegno sociale e fiscale a favore di una parte molto importante del nostro mondo del lavoro.
L’appello è promosso dalle seguenti associazioni: ACTA, CONSULTA DEL LAVORO PROFESSIONALE CGIL, COLAP, CONFASSOCIAZIONI, AGENQUADRI, ALTA PARTECIPAZIONE, ed è rivolto al Governo Letta, ai Presidenti di Camera e Senato ed a tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato. Tutti possono firmare la petizione andando al seguente indirizzo internet: