Roma, 30 aprile 2021 – “Il visto di conformità formale che attesta esclusivamente la presenza della documentazione prevista dalla normativa sul super-bonus, peraltro riscontrabile nelle piattaforme digitali della P.A., è la perfetta antitesi della semplificazione che dovrebbe apportare l’utilizzo dei sistemi digitali” queste le parole, che non lasciano spazio a differenti interpretazioni, pronunciate dal Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) Riccardo Alemanno durante una videoconferenza alla platea dei tributaristi in cui, tra gli altri, si è affrontato il tema della Riforma della P. A.
“Ho segnalato l’incongruenza già al Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta” sottolinea Alemanno “ma ciò era stato già indicato anche nella documentazione presentata dall’INT agli stati generali dell’economia che purtroppo non hanno avuto seguito, con buona pace degli effetti sperati sulla semplificazione e poi anche nella scorsa legge di bilancio sotto forma di proposte di emendamenti in cui, tra le eventuali modifiche, si proponeva una autocertificazione della presenza formale dei documenti a cura del beneficiario. Ora però le parole chiare e nette del Presidente del Consiglio Mario Draghi, fanno ben sperare su un utilizzo dei sistemi digitali per semplificare e non per aumentare costi e complicazioni a carico della comunità, a partire dal bonus 110%.” Infatti pur apprezzando e condividendo le finalità ecologiche del super-bonus, il Presidente dell’INT aveva da subito espresso perplessità circa l’impatto sulla fiscalità generale, perché la copertura del beneficio del 110% non può che utilizzare anche risorse pubbliche, poiché nessuna tassazione dei lavori eseguiti potrà coprire i costi dell’operazione.
“Certamente” ribadisce Alemanno “le finalità ecologiche sono assolutamente condivisibili, ma allora perché non rendere strutturali le altre norme già operative in tema di salvaguardia ambientale e sismica? Senza dover rincorrere ogni anno le proroghe, causando incertezza sulla pianificazione degli interventi, ed incrementando le percentuali di recupero fiscale dal 65 al 75%. Il nostro Paese non ha necessità di annunci sensazionalistici, ha bisogno nei vari settori di interventi strutturali, chiari, semplici, che gravino il meno possibile sulla fiscalità generale e che si finanzino soprattutto con il maggior gettito creato, garantendo al contempo vitalità al settore edile indispensabile per la ripresa del Paese.”