Studenti e professionisti dei beni culturali attivano una mobilitazione per dignità del lavoro e rilancio del settore
La Rete della Conoscenza aderisce alla manifestazione del 29 novembre a Roma lanciata da ConfAssociazioni dei Beni Culturali
Il dibattito politico sta dedicando uno spazio al mondo dei Beni Culturali più ampio di quanto accaduto negli ultimi anni, prevalentemente incentrato sulle parole d’ordine del Ministro Franceschini: riforma del MIBACT e valorizzazione del patrimonio culturale attraverso il sostegno di capitali privati. “Siamo di fronte a un dibattito che non affronta la vere priorità di un sistema” – dichiara Riccardo Laterza, Portavoce Nazionale della Rete della Conoscenza – “che subisce ancora le conseguenze dei pesanti tagli del 2008. Non possiamo che ripartire dalle condizioni di lavoro di chi dopo un lungo ciclo di formazione e specializzazione opera nel mondo dei Beni Culturali: una realtà contrassegnata da basse retribuzioni, da forme contrattuali atipiche, dal massiccio ricorso del massimo ribasso negli appalti e dal ricorso al volontariato in concorrenza con l’impiego dei professionisti nell’ottica di ridurre il costo del lavoro. E’ questa la cartolina che descrive la dilagante precarietà, la carenza di tutele e welfare, lo svilimento delle professioni ce caratterizzano il settore“.
“Nonostante la positiva approvazione della cosiddetta Legge Madia (n.104/2014)” – prosegue Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di Link – Coordinamento Universitario – “che per la prima volta nella storia della Repubblica riconosce a livello normativo le professioni dei beni culturali, manca totalmente un piano di confronto con gli studenti sui requisiti perl’iscrizione nei registri nazionali previsti dal provvedimento. Lo abbiamo denunciato con la campagna #iovoglio, attraverso assemblee in tutti gli atenei d’Italia per costruire una proposta dal basso che escluda criteri escludenti per chi oggi si sta formando e sta acquisendo competenze da spendere sul mercato del lavoro. MIUR e MIBACT non possono escludere i professionisti dei beni culturali di domani da questo dibattito”
ConfAssociaizoni Beni Culturali, che unisce le realtà organizzate di Archeologi, Storici dell’arte, Archivisti, Bibliotecari e Restaruratori, ha lanciato per il prossimo 29 novembre una manifestazione a Roma per difendere i lavoratori dei beni culutarli dalle politiche del Governo e dalla delocalizzazione delle competenze. “Condividiamo a pieno le rivendicazioni al centro della manifestazione” – prosegue nella nota la Rete della Conoscenza – “e saremo in piazza anche come studenti, ritenendo fondamentale mettere in connessione il mondo della formazione e quello del lavoro nei beni culturali per richiedere con forza dignità professionale, welfare e adeguate retribuzioni: contribuire ad aggavare le condizioni lavorative significa assumersi la responsabilità storica di svalutare un settore cruciale per il Paese e l’intero patrimonio storico-artistico e culturale“.
“Dopo la manifestazione dell’11 gennaio scorso contro il vergognoso bando “500 gioani per la Cultura del MIBACT” – conclude Laterza -e l’esperienza dello sciopero sociale del 14 novembre che ha portato in piazza una formazione altamente formata determinata a denunciare quanto una paga di 3 euro all’ora non possa essere definita lavoro dignitoso, è necessario proseguire il percorso di protesta a partire dalla manifestazione del 29 novembre. Riteniamo fondamentale costruire una piazza nazionale dove costrire un nuovo protagonismo per gli studenti e gli operatori dei beni culturali, imponendo al Governo di garantire lavoro di qualità e afforntarecon adeguati finanziamenti la questione della tutela e della fruibilità publica del patrimonio storico-artistico, nonché di approfondire il nesso con formazione e territorio anziché ridurlo a cartolina per turisti a costi non universalmente accessibili”.