“Agenda Digitale, fare presto e bene ma, soprattutto, usare Legge 4/2013 e D.lgs 13/2013 per selezionare le competenze”
Roma, 7 agosto 2013 – “Decreto del Fare e Agenda Digitale: fare presto e bene ma, soprattutto, usare la Legge 4/2013 ed il D.Lgs 13/2013 per selezionare le competenze”. Lo ha dichiarato Andrea Violetti, Vice Presidente CONFASSOCIAZIONI con delega ad Agenda Digitale, Attestazione e Certificazione delle Competenze.
“Potremmo dire: eppur si muove! – ha sottolineato Violetti – L’Agenda Digitale italiana riprende a camminare con il Decreto del Fare ma bisogna fare presto e soprattutto bene, rimettendo al centro dei processi di crescita il tema dello sviluppo tecnologico. Le facili semplificazioni fanno notizia ma defocalizzano l’attenzione rispetto al tema centrale: il problema non è abolire il fax nelle relazioni con la PA ma impedire che, anche usando la posta elettronica, venga stampato il documento”. A questo proposito, faccio i miei personali auguri di buon lavoro a nome di CONFASSOCIAZIONI a Francesco Caio, Francesco Sacco, Luca De Biase e Benedetta Rizzo ma con una raccomandazione: cerchiamo di non inventare la ruota. L’Agenda Digitale Europea 2020 è scritta bene: dobbiamo solo tradurla in italiano e soprattutto cercare di attuarla a tutti i costi. Altrimenti proseguirà il nostro declino tecnologico ed economico su scala comunitaria ed internazionale”.
“E allora – ha continuato Violetti, che è anche Presidente di AIP, Associazione Informatici Professionisti – va benissimo la liberalizzazione dell’accesso Wi-Fi nei luoghi pubblici, anche perché dobbiamo essere molto pragmatici e sappiamo bene che un medio hacker informatico impiegherebbe non più di due minuti per aggirare l’identificazione obbligatoria. Bene le agevolazioni per investimenti ICT nelle imprese e le necessità di chiaro rafforzamento del gruppo di lavoro per l’Agenda Digitale con autorevoli professionisti. Solo due suggerimenti e un imperativo categorico. Il primo suggerimento è: lavoriamo sulla diffusione a tappeto della banda larga altrimenti non usciamo fuori dall’inferno del “digital divide” che affligge il nostro Paese. Il secondo consiglio: sosteniamo a tutti i costi la neutralità della rete su cui ci fanno poco piacere certe posizioni contrarie di Paesi pur facenti parte della UE”.
“Ed infine l’imperativo – ha concluso Violetti: è necessario mettere al centro dei processi di sviluppo tecnologico la questione delle competenze. E’ impensabile avere l’obiettivo di sfruttare l’Information Technology senza professionisti dell’informatica e delle attività professionali contigue competenti, attestati e certificati. Da questo punto di vista, l’imperativo di CONFASSOCIAZIONI è allora quello di ampliare la conoscenza e la diffusione della recente Legge 4/2013 che mette l’accento sugli strumenti di attestazione delle competenze delle associazioni professionali ma, soprattutto, attivare il più presto possibile gli strumenti del Decreto Legislativo 13/2013 sul Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze, ovvero la traduzione italiana dell’EQF (European Qualification Framework), lo strumento sulle competenze UE che sarà strategico per rimettere al centro del dibattito, oltre alle imprese, anche chi le imprese le fa, ovvero le persone ed i professionisti”.